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BE YOU / BElive-in-YOUrself 2022
dal 1 marzo 2022 al 8 marzo 2022In occasione della “Giornata Internazionale per i Diritti delle Donne”, il CUG (Comitato Unico di Garanzia) dell’Università di Verona ripropone il laboratorio BE_YOU rivolto alla comunità studentesca, per riflettere sull’uso dei termini e delle parole, come possibile arma di violenza, e sui temi del body shaming e body positivity, proseguendo idealmente le esperienze della campagna contro l’uso di un linguaggio violento e sessista e della mostra itinerante sul linguaggio ospitata da oltre un anno nei vari palazzi universitari
Il laboratorio, alla sua seconda edizione, è nato nel 2021 da un’idea di Alessandra Cordiano (docente di diritto privato del nostro Ateneo ed ex presidente CUG), Debora Viviani (ricercatrice e sociologa del nostro Ateneo) e Chiara Antonioli (responsabile della Comunicazione Visiva di Ateneo).
L’esperienza di quest’anno, che si è svolta il 24 febbraio, è stata introdotta da Michela Nosè (attuale presidente CUG e docente di Psichiatria del nostro Ateneo) e condotta sempre da Debora Viviani, con il supporto di Chiara Antonioli; ha visto la partecipazione di circa 20 studentesse e studenti, che hanno aderito in maniera entusiasta alla proposta.
L’esperienza del laboratorio 2022 si è focalizzata sui temi legati al body positivity.
A partire dal concetto di “normalità”, secondo la prospettiva tratteggiata dal body positivity, nel corso del laboratorio si è riflettuto sull’importanza del “corpo” come strumento che rappresenta il sé ed esplicita i valori culturali del contesto. Le studentesse e gli studenti hanno partecipato in modo coinvolgente e costruttivo, muovendo le riflessioni da termini come femminile/maschile, fino ad arrivare a dicotomie come normale/strano. Durante il laboratorio è emerso come la perfezione richiesta oggi, anche corporea, anche estetica, possa essere un concetto relativo che sottolinea l’importanza di riconoscere a ogni persona la propria unicità.
Questo ha permesso di comprendere il grande peso e il valore che hanno le parole. Il body shaming è, infatti, non solo l’insulto o l’esplicita offesa verbale, ma qualsiasi frase o parola che possa far vergognare di sé. Troppo semplice, troppo magro, troppo timido...il valore di quel “troppo” può lasciare segni e far emergere un forte senso di inadeguatezza.
Nel laboratorio la riflessione si è intrecciata con un racconto visivo, simbolico e metaforico, stimolando l’analisi su possibili “sguardi diversi” al problema del body shaming.
Al termine del laboratorio è stato realizzato un prodotto visivo, uno slideshow, rappresentativo delle immagini e delle parole chiave individuate nell’interessante confronto con le studentesse e gli studenti, che viene reso visibile al pubblico in occasione dell’8 marzo, Giornata internazionale per i diritti della donna, attraverso i canali web e social dell’Ateneo.
- Referente
- Michela Nose'